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Concerti

UNIGHT: NOTTE EUROPEA DELLE RICERCATRICI E DEI RICERCATORI - EUROPEAN RHAPSODY: dalle tradizioni popolari alla musica d’arte

Info

  • Data
  • venerdì 26 settembre 2025
  • Luogo e orario
  • Castello del Valentino
    Viale Mattioli, 39 – Torino (TO)
    PF1, Salone d’Onore


    Ore 20.30


  • Programma
  • Béla Bartók (1881-1945)

    Six Romanian folk dances (10’9)

    1. Jocul cu bâta

    2. Brâul

    3. Pe loc

    4. Buciumeana

    5. Poarga Româneascâ

    6. Mărunţel

     

    Franz Liszt (1811-1886)

    5 Magyar népdal [Five Hungarian national melodies] - S245 (11’)

    1. Lassan (Lento)

    2. Mérsekélve (Allegretto)

    3. Lassan (Lento)

    4. Kissé éléuken (Vivace)

    5. Busongva (Lento)

     

    Hungarian Rhapsody n.2 – S248 (13’)

    with “Dies Irae” cadenza by Paolo Marzocchi


    ––––––––––– [Break] –––––––––––––


    Paolo Marzocchi (1971) / Angel Gonzales Piñero (1932-2022)

    Fantasía sobre “El viento de la vida”


    Paolo Marzocchi (1971)

    Five Albanian Folksongs (23’)

    1. Kanga e Gjyles [Gjyle’s Song]

    2. Pranvera filloi me ardhë [Spring is coming]

    3. Dalin vajzat prej mejtepit [The girls are leaving mejtepit]

    4. Vaj si kenka ba dyrnjaja [Oh, how people have dwindled]

    5. Moj e vogel si florini [You're tiny like a little gold nugget]


  • Partner
  • Politecnico di Torino

    Università di Torino

La musica d’arte, la cosiddetta “musica colta”, si è da sempre nutrita della musica popolare, ed è possibile affermare senza dubbio che le musiche dell’Europa dell’Est, così come quelle della penisola iberica, con la loro ricchezza e vitalità, sono forse tra tutte quelle che hanno stimolato maggiormente la fantasia dei compositori classici e contemporanei. Béla Bartók in particolare parlava delle melodie popolari - da lui raccolte e registrate a centinaia su rulli di cera con i primi rudimentali fonografi - paragonandole a pietre preziose che il compositore, come un esperto orafo, deve incastonare in una montatura che le esalti senza mai nasconderne la bellezza.


Il programma è dunque incentrato sulle musiche tradizionali, interpretate e rilette da compositori di epoche diverse, tra cui anche il sottoscritto. Il viaggio parte con le con le famose “Sei danze popolari rumene”, registrate da Bartók nelle campagne della Transilvania all’inizio del ‘900, per poi proseguire con le quasi sconosciute “Cinque melodie popolari ungheresi” di Franz Liszt, dal pianismo minimale e intimista che hanno più di un punto di contatto con le danze bartokiane. Sempre di Liszt si ascolterà poi la celeberrima Seconda Rapsodia Ungherese, che è uno dei pochissimi brani di Liszt a prevedere la possibilità di inserire una cadenza dell’esecutore. In questo caso verrà presentata con una mia cadenza originale, in cui i temi lisztiani si intrecciano inaspettatamente con il tema gregoriano del “Dies Irae”.
La seconda parte del programma parte con una melodia andalusa semplice ma efficacissima, del chitarrista Ángel G. Piñero, che ho rielaborato per farne una versione da concerto, e si sposta poi in Albania, la cui musica mi ha affascinato da diversi anni. Le Five Albanian Folksongs sono una raccolta di pezzi composti tra il 2005 e il 2011 su antiche melodie della città di Scutari (Shkodra), nel nord dell’Albania, e che diventano la materia per un’esplorazione delle possibilità poliritmiche ed espressive del pianoforte. Di questi brani ho realizzato una versione rchestrale che sarà eseguita in Turchia nel mese di ottobre 2025.

Tutte le composizioni di Marzocchi sono pubblicate da SZ-Sugar, e sono contenute nell’album “Piano Works”, uscito sotto forma di “libro aumentato” per l’etichetta Martinville.

Paolo Marzocchi